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I trattamenti laser rappresentano delle procedure parachirurgiche utilizzate routinariamente per il trattamento di numerose patologie oculari sia del segmento anteriore che posteriore.
Non necessitano della sala operatoria, sono rapidi e poco o per nulla dolorosi, consentendo al paziente di ritornare all’attività quotidiana in poche ore.
Vengono effettuati in anestesia locale mediante l’ausilio di gocce anestetiche ed applicazione di una lente a contatto sull’occhio.
La scelta di intervenire con la trabeculectomia dipende dallo stadio e della progressione della malattia. Il trattamento consente di limitare la progressione del glaucoma e al paziente di migliorare la qualità della propria vita, sospendendo la terapia farmacologica con colliri.
Dopo l’ intervento di cataratta, la totalità dei pazienti sviluppa in un tempo variabile, generalmente tra il 1° ed il 2° anno post operatorio, un nuovo “annebbiamento della vista”: parliamo in questo caso di fibrosi capsulare, chiamata comunemente cataratta secondaria. Tale condizione consiste nell’ opacizzazione della capsula posteriore, cioè del tessuto trasparente che avvolge il cristallino e che in seguito all’intervento di cataratta permette al nuovo cristallino artificiale (IOL) di mantenere la sua posizione. Negli ultimi anni è stata sviluppata una soluzione che sfrutta una tecnologia laser sicura e veloce, la capsulotomia YAG laser, per restituire trasparenza alla capsula posteriore evitando il ricorso a un nuovo intervento chirurgico. Si tratta di un trattamento effettuato in ambulatorio in anestesia topica che dura pochi minuti e permette un rapidissimo ripristino della qualità visiva.
L’iridotomia con YAG laser è un intervento ambulatoriale necessario per la prevenzione dell’attacco acuto del glaucoma ad angolo chiuso, ovvero l’aumento repentino della pressione intraoculare (IOP), che può condurre in poche ore al danno irreversibile del nervo ottico fino alla cecità.
Il glaucoma ad angolo chiuso è una patologia oculare caratterizzata dal blocco del deflusso dell’umore acqueo (liquido contenuto all’interno dell’occhio) attraverso l’angolo irido-corneale, con conseguente rapido aumento della pressione intraoculare. L’angolo dell’occhio è la posizione in cui l’iride incontra la sclera (parte bianca dell’occhio).
L’ umor acqueo circola tra l’iride ed il cristallino, attraversa la pupilla e quindi defluisce nel reticolo trabecolare (situato alla base della cornea). Quando lo spazio tra l’iride e la sclera diventa così stretto quasi da scomparire, abbiamo la cosiddetta chiusura dell’angolo.
Di solito è la conformazione troppo stretta dell’angolo tra iride e cornea a bloccare il deflusso dell’umor acqueo verso l’esterno. Questo tipo di conformazione anatomica si riscontra più frequentemente in pazienti ipermetropi (lunghezza assiale dell’occhio più corta) oppure in presenza di cataratta avanzata (per importante aumento del volume del cristallino).
L’attacco acuto di glaucoma è un’emergenza oculistica che si manifesta con la comparsa di un improvviso ed intensissimo dolore, visione di aloni attorno alle sorgenti luminose, rossore oculare (solitamente monoculare), nausea, vomito, improvviso e marcato calo del visus.
Può essere preceduto da “attacchi premonitori” quali leggera cefalea, transitori arrossamenti oculari, ecc.. Necessita di un tempestivo intervento farmacologico (entro pochi minuti dall’attacco) e, nella maggior parte dei casi.
Previa instillazione di collirio anestetico, si procede mediante laser yag, a forare la porzione superiore dell’iride con lo scopo di mettere in comunicazione la camera posteriore dell’occhio con quella anteriore.
Il foro eseguito con il laser è piccolissimo (circa 1,5 mm) e rimane “nascosto” dalla palpebra superiore. Il trattamento è ambulatoriale, indolore e dura pochi minuti. Il paziente è già in grado di tornare alle normali attività poche ore dopo il trattamento. La maggior parte dei pazienti risponde bene a questo trattamento, a volte tuttavia il grado di chiusura è talmente elevato che è necessario intervenire con interventi di glaucoma aggiuntivi.
L’Argon laser è un trattamento di fotocoagulazione in cui un fascio di luce generato dal gas argon, un gas nobile, ha un’azione termica: riscaldando la zona retinica trattata si possono curare diverse patologie della retina.
L’Argon laser produce una radiazione compresa nella parte blu/verde dello spettro del visibile. Tali lunghezze d’onda vengono trasmesse dai mezzi diottrici del bulbo e ben assorbite dall’epitelio pigmentato retinico determinando una fotocoagulazione selettiva dei tessuti colpiti.
È impiegato nella prevenzione e nel trattamento di varie patologie tra le quali:
✔ Patologie vascolari retiniche (retinopatia diabetica, trombosi retiniche..)
✔ Edema maculare
✔ Rotture, fori e degenerazioni retiniche (barrage laser)
Il trattamento di fotocoagulazione argon laser è eseguito ambulatorialmente, previa instillazione di collirio anestetico e con l’utilizzo di una lente a contatto che permette all’operatore di visualizzare la zona da trattare.
Al termine del trattamento il paziente può avvertire una leggera sensazione di dolore o bruciore che sparisce dopo alcune ore. Il trattamento in genere dura 10-15 minuti a seconda delle zone da trattare.
Durante i primi 15-20 giorni successivi al trattamento con argon laser è importante una corretta idratazione (circa 1,5-2 litri d’acqua ogni giorno) in quanto il laser agisce scaldando la retina e, passando attraverso il bulbo oculare, inevitabilmente viene scaldato anche il corpo vitreo che essendo composto per gran parte d’acqua, si contrae accrescendo il rischio di trazioni vitreo-retiniche e di rotture periferiche della retina stessa.
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